Aspettando Re Lear

 

TEATRO

ALESSANDRO PREZIOSI, NANDO PAONE 

Sabato 19 ottobre, ore 21
Domenica 20 ottobre, ore 16


di Tommaso Mattei da William Shakespeare
e con Arianna Primavera, Roberto Manzi, Valerio Ameli
opere in scena Michelangelo Pistoletto
costumi Città dell’arte/Fashion B.E.S.T
musiche Giacomo Vezzani
supervisione artistica Alessandro Maggi
regia Alessandro Preziosi

una coproduzione
Pato / Teatro Stabile del Veneto /Teatro della Toscana


Aspettando Re Lear è un adattamento da Shakespeare con un evidente richiamo a Aspettando Godot di Samuel Beckett, uno spettacolo sul difficile rapporto tra padri e figli, sulla relazione tra Uomo e Natura e sulla perdita e il ritrovamento dei valori. Nello spettacolo si parla di follia, di potere che distrugge, di solitudine di caos dentro e fuori, “l’unico ordine possibile” per Michelangelo Pistoletto. E in scena ci sono le opere e i costumi del maestro, costumi iconici realizzati dal collettivo Fashion B.E.S.T. con materiali sostenibili, e le musiche composte da Giacomo Vezzani ispirate ad opere dell’artista.  

L’adattamento di Tommaso Mattei, si concentra sul momento chiave della tragedia shakespeariana, rappresentato dalla tempesta che colpisce il re proprio mentre vaga alla mercè degli eventi atmosferici dopo il disastro combinato con ognuna delle “amate” figlie. Lear, accompagnato dal conte di Kent, sotto le mentite spoglie del servo Caio, e dal fedele Fool, a sua volta “interpretato” con arguzia della figlia Cordelia amorevolmente impegnata a farlo rinsavire, sembra assistere inerme allo sconvolgimento dell’ordine naturale fino all’inaspettato finale. Re Lear è la metafora della condizione umana: caduta e creazione. Ama solo sé stesso, la mancanza d’amore l’ha portato alla follia e alla solitudine; vaga in una landa di nulla con cui il sovrano senza più corona dovrà fare i conti. È come se Re Lear prevedesse l’inevitabile nulla che ci attende come risultato del fatiscente ordine permanente, proprio come Aspettando Godot ci rivela quel che accade “dopo che il vecchio cade”.