Cenerentola
DANZA
CHICOS MAMBO
Versione ecologica della fiaba di C. Perrault
ideazione e coreografie Philippe Lafeuille
musiche Antisten
assistente alla coreografia Flavie Hennion
interpreti Antoine Audras, Florent Chevalier, Emmanuel Dobby,
Mohammed Kouadri, Stephane Vitrano, Philippe Mesia
ideazione luci Armand Coutant
costumi Corinne Petitpierre
produzione Compagnie La Feuille d’Automne,
Théâtre de Cusset - Scène d’intérêt National «Art et Création»
con il supporto del Théâtre de Cusset e Théâtre du Vésinet
Lo spettacolo “fa leva sul tema ricorrente della metamorfosi/trasformazione del racconto (Cenerentola da “bambina sfortunata” si trasforma in principessa, la zucca in elegante carrozza, un minuscolo topo in maestoso cavallo) per restituire una creativa e sorprendente danza con i “rifiuti”. Tutto in questa “Cendrillon“ è di coloratissima plastica riciclata, tutto trova nuova vita nella trasformazione. La fiaba dunque non più un mezzo per sfuggire alla realtà, ma al contrario un concreto impegno per la salvaguardia del nostro pianeta.
E all'improvviso, Cenerentola emerge da una pattumiera gialla.
Philippe Lafeuille non è un artista qualunque.
Laddove molti non vedrebbero altro che un mucchio di spazzatura poco interessante, lui vede la bellezza con un potenziale non sfruttato, che aspetta solo di essere rivelato. Da qui la sua predilezione per l'eroina della fiaba di Charles Perrault, la piccola sguattera diventata principessa che va al ballo in una zucca trasformata in carrozza.
Ma cosa ha in comune la storia di Cenerentola con le bottiglie di plastica vuote?
La risposta della fata madrina dei coreografi suona come un'evi/danse: metamorfosi, naturalmente. Per oltre un'ora, sull'accompagnamento della partitura dell'omonimo balletto di Prokofiev, sei polimorfi danzatori offrono la loro plastica - letteralmente, in tutti i sensi e in molte forme - ai nostri occhi stupiti, mentre vengono trasportati in un vortice colorato di trasformazioni surreali. L'immaginazione e l'emozione condividono un regno senza pari sul palcoscenico della danza, trasformato in una splendida discarica. Un riciclo aggraziato, meraviglioso e inclassificabile.
Antoine Moreau